giovedì 22 ottobre 2015

"Skinwalker" di Michael Newton [recensione]

Nel 1854 la famiglia Thorn viene massacrata da una bestia sconosciuta; solo il piccolo Gideon si salva, riuscendo a sfuggire alle zanne del terribile animale. Vent'anni dopo, Gideon si ritrova in New Mexico, nella piccola cittadina di Tularosa, a investigare su oscuri delitti simili a quello della sua famiglia, in cerca di una vendetta forse impossibile.

Michael Newton, prolificissimo scrittore americano di western, avventura e thriller, nonchè di saggi sul crimine e sulla scrittura, scrive questo romanzo western-horror di una certa maniera, dal titolo Skinwalker.

Gideon Thorn ne è il protagonista, una specie di "indagatore dell'incubo" in salsa western. A Tularosa, nel New Mexico, una strana creatura - orso? coyote? - comincia a fare a pezzi gli abitanti, squartandoli e mangiandone il cuore. Il marshal Halliday non sa che pesci pigliare e quando Thorn arriva in città le indagini sono ancora in alto mare: non un indizio, non una pista, non una testimonianza... solo i cadaveri di più di una dozzina di persone, sparsi praticamente per tutta Tularosa. Gideon, una volta presentatosi, comincia una serrata indagine nella speranza che l'assassino sia lo stesso che vent'anni prima aveva massacrato la sua famiglia.

Purtroppo le premesse che possono intrigare chi legge la sinossi alla fine non vengono del tutto esaudite. A parte Gideon, i personaggi davvero importanti sono il marshal e la bestia assassina. La trama è molto, probabilmente troppo, diluita, con digressioni che spesso non hanno una grande funzione ai fini del racconto. La risoluzione del mistero, infine, non rende giustizia a tutta l'atmosfera che Newton crea nel corso del racconto, anche se più che un horror sembra un giallo un po' spruzzato di splatter e di leggende indiane (il titolo stesso prende il nome da un personaggio della leggenda pellerossa, un uomo che ha la capacità di trasformarsi in un animale). Se la parte western è molto ben scritta, quella horror non lo è altrettanto: di questa storia si può dire che è Louis L'Amour che incontra una copia sbiadita di Dylan Dog.

Tuttavia non è una lettura che sconsiglio: il linguaggio e lo stile sono comprensibili e lineari, quindi altamente leggibili, e in generale tutto il racconto scorre veloce, a parte qualche punto dove l'autore si perde in certi dettagli o narrazioni, e altri dove invece probabilmente condensa troppo.

Skinwalker è disponibile su Amazon in versione Kindle, a pochi spicci di dollari.

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