venerdì 17 ottobre 2014

"The Salvation", l'interessante western danese

Siamo nell'America della fine del 1870. Jon è un colono che, dopo sette anni, attende di rivedere la famiglia. Ma nel corso del viaggio in diligenza per tornare al ranch, due brutti ceffi prendono prigionieri sua moglie e suo figlio, e lo scaraventano fuori dalla carrozza. In cerca di vendetta, Jon li insegue e li uccide entrambi. Solo che uno di loro era il fratello di Delarue, pazzo assassino che tiene in pugno la cittadina di Black Creek. A una vendetta corrisponde una controvendetta e Delarue sguinzaglierà i suoi per chiudere i conti con Jon.

L'Europa sembra essersi ormai innamorata del western. Abbiamo visto i tedeschi con Gold e The Dark Valley, e adesso tocca alla Danimarca approcciarsi al genere per eccellenza.
Lo fa il regista danese Kristian Levring con The Salvation, un western interamente girato in Sud Africa ma con il cuore nei selvaggi territori di Frontiera.

La storia è quella dei western più classici, una storia di vendetta che non si ferma alla prima, ma continua a mietere vittime attraverso controvendette e vendette delle vendette: il classico “tu colpisci me, io colpisco te” o, se vogliamo, l’ancor più classico “occhio per occhio, dente per dente”, finchè in piedi non ne resta soltanto uno (o magari nessuno).
Questa trama l’abbiamo vista in innumerevoli film, e non soltanto nei western. La vendetta del resto è un sentimento universale, che nel western però fa più presa avendo il genere insito in sé il personaggio del cavaliere solitario, al quale solitamente è legata. Tuttavia, The Salvation ha il pregio di disossare la trama e renderla quanto più asciutta possibile. Non ci sono sottotrame o altri diversivi ad allungare il brodo, ma il filo della storia si dipana lungo tutta la vicenda di Jon, che, come conseguenza della sua disgrazia, è costretto a impugnare il Winchester e mostrare i denti.

The Salvation, essendo un omaggio al western, ovviamente mantiene i personaggi classici. A partire da Jon, il film presenta il cattivone di turno che tiene in mano la piccola cittadina, lo sceriffo vigliacco, il sindaco che fa pure le mansioni di becchino. Eppure tutto funziona alla perfezione, perché The Salvation non è una scopiazzatura ma un solido film che viene portato avanti da un ottimo cast: Mads Mikkelsen è bravissimo nel ruolo dell’uomo in cerca di vendetta ma anche dell’uomo che non può trovare pace nemmeno dopo essersi vendicato; Jeffrey Dean Morgan è il tipico cattivo bastardo e assassino, con la faccia da boss psicopatico, che può contare su spalle dalla faccia patibolare come l’inedito Eric Cantona; Mikael Persbrandt è Peter, il fedele fratello di Jon; infine c’è Eva Green che nel ruolo di Madelaine “la Principessa” è l’ambigua vedova del fratello di Delarue, sfregiata e muta perché gli indiani le hanno strappato la lingua, eppure forte e risoluta, ostile al cognato ma affascinata dai suoi soldi: la sua è un’ottima interpretazione non solo perché è sempre una figata vedere una gnocca come lei alle prese con Colt, Winchester e cavalli, ma soprattutto perché in questo film riesce a recitare quasi solo con gli (splendidi) occhi.


Visivamente The Salvation è un film modernissimo, con una fotografia estrema che passa dai colori saturi giocati sul giallo delle scene di giorno, al quasi bianco e nero con effetti freddi e lunari nelle scene notturne. Applicata su un’ottima scenografia che mostra un panorama sudafricano che sembra davvero il West, crea un effetto azzeccato, specialmente nelle parti d’azione come la sparatoria nella ghost town mezza carbonizzata che Delarue usa come covo.
Azzeccato anche l’uso delle armi, con una predilezione per i fucili piuttosto che per le pistole. Ed Eva Green con un fucilazzo western in mano fa sempre la sua gran figura!


In conclusione, The Salvation è un ottimo western, essenziale, con pochi dialoghi e con personaggi che, pur essendo i classici clichè del genere, lo tengono su con maestria.
Non offre niente di rivoluzionario o di particolarmente originale, ma è forse il western di "ultima generazione" (cioè degli ultimi anni) che più si avvicina al vecchio stile. Una nota di merito anche alla colonna sonora di Kasper Winding, anch'essa classicheggiante.
Anche se con una trama scontata e che potrebbe dare la sensazione di già visto, questo film andrebbe sostenuto sia per la sua qualità che per la fiducia del regista e del produttore verso il western.

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