domenica 5 ottobre 2014

"The Dark Valley", il western alpino

Siamo alla fine del 19esimo secolo, tra le montagne al confine tra Austria e Italia. In un minuscolo villaggio arriva Greider, un cavaliere solitario in cerca di riparo per l'inverno. Lo trova a casa della famiglia di Luzi (una giovane futura moglie che vive con la madre vedova), ma i figli del boss del villaggio, i Brenner, non vedono di buon occhio l'arrivo dello straniero. Nell'arco dell'inverno i giovani Brenner cominciano a morire in modo misterioso e i sospetti della comunità cadono ovviamente sullo straniero. Comincia così una caccia tra le montagne, che cela un segreto...

Dopo l'orrendo Gold, il cinema tedesco si riaffaccia al western con questa nuova pellicola del regista Andreas Prochaska. Tecnicamente non è un film western, perchè è ambientato tra le Alpi italiane, ma ha molti elementi del genere, che viene citato in modo evidente già a cominciare dalla trama. The Dark Valley è - vorrebbe essere, poteva essere - la versione europea del Cavaliere della Valle Solitaria: lo stesso Greider (Sam Riley) nel film è un fotografo proveniente dall'America, che nasconde un passato con tutta evidenza legato alla valle (da qui il titolo del film, che in originale è Das finstere Tal). Il suo arrivo è foriero di drammi, è come una miccia (molto lunga) accesa e infilata in un barilotto di polvere da sparo.
Nel villaggio di case di tronchi, dove la storia è ambientata, spadroneggia il vecchio Brenner, che ha un vizio con il quale impone la sua autorità non solo agli abitanti ma anche ai nuovi arrivati: pretende lo ius primae noctis su tutte le giovani ragazze che vogliono sposarsi nel suo villaggio. Avere una giovane figlia con sufficienti potenziali di bellezza è requisito fondamentale per le famiglie di coloni che vogliono sistemarsi in quella valle. Da questo elemento narrativo si snoderà, lentamente, la vicenda di Greider e spiegherà il suo arrivo in quella vallata alpina.


Prochaska mette in scena un "western europeo" che, nei suoi elementi principali, non ha nulla da invidiare al vero western americano. Quella di Greider è una storia di vendetta che il regista austriaco riesce a sviluppare con alcuni limiti, superandola con gli splendidi paesaggi in cui i personaggi vivono e muoiono. La trama è lenta, con pochi dialoghi, nonostante le scene d'azione non siano rare e i personaggi ben costruiti. L'ambientazione invernale e innevata, evidenziata da una fotografia fredda e cupa, è senza dubbio il personaggio principale del film: tra le sue foreste e le sue baracche di tronchi si consumano le violenze verso cui la trama converge, dopo che il segreto di Greider viene svelato.


Prochaska omaggia in modo evidentissimo tutti i maggiori maestri del western, a partire dal Cavaliere della Valle Solitaria, con rimembranze del Grande Silenzio di Corbucci (l'ambientazione), dell'arte dello splatter di Peckinpah (gli schizzi di sangue, i ralenty dei personaggi colpiti dalle pallottole), forse anche di Clint Eastwood con Gli Spietati (il protagonista nè buono nè cattivo in cerca di vendetta) e Il Cavaliere Pallido (l'ambientazione, il cavaliere solitario). In conclusione, The Dark Valley è un buon western a metà: la prima parte, fino alla scoperta del perchè dell'arrivo di Greider in paese, è lenta, con sviluppi potenzialmente interessanti appena accennati; la seconda parte vira più all'azione classica, con morti misteriose, inseguimenti e uccisioni raffigurate con grande realismo e abbondanza di particolari. Tuttavia anche in questo caso, nonostante la lentezza, alcune parti (come la caccia all'uomo) potevano essere approfondite meglio.
Eppure, nonostante questi difetti, Prochaska realizza un western godibile, con una buonissima regia (forse però eccessivi i ralenty, che sembrano anacronistici) e una scenografia che già da sola è un motivo più che valido per vedere The Dark Valley.

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